Vi è mai capitato di provare un senso di particolare sintonia  con un bambino mentre giocate con lui?
Questa sensazione non è frutto della vostra fantasia, ma trova un fondamento neuroscientifico nella attivazione 'sincronizzata' che si verifica tra il cervello del bambino e quello dell'adulto impegnati in un gioco condiviso. A dimostrarlo è stata una ricerca condotta da un team di ricercatori di Princeton (ll titolo originale dell'articolo che riporta la ricerca è:  "Infant and adult brain are coupled to the dynamics of natural communication" di Elise A. Piazza, Liat Hasenfratz, Uri Hasson e Casey Lew-Williams. In Psychological Science doi: 10.1177 / 0956797619878698). 
Negli ultimi anni  la ricerca neuroscientifica ha dato un grande contributo alla comprensione del cervello umano in generale e alla comprensione dei fattori che influenzano lo sviluppo e il funzionamento del cervello dei bambini. La cosa davvero interessante è che i risultati di alcune ricerche forniscono  una base scientifica a concetti che in ambito clinico già conoscevamo. La ricerca riportata in questo articolo ne è un esempio.
Questa  ricerca rappresenta il primo studio su come i cervelli di neonati e adulti interagiscono durante il gioco naturale.
Usando la spettroscopia funzionale ad infrarosso (fNIRS), i ricercatori hanno misurato il cervello di neonati (9-15 mesi di età) e di un adulto durante le interazioni naturali basate sul gioco, (ad esempio durante il canto di una canzone e una lettura),  e hanno scoperto che durante queste interazioni, i bambini e gli adulti sperimentavano un'attività cerebrale simile nelle stesse regioni del cervello.  I loro cervelli, cioè,  presentavano un'attività cerebrale sincronizzata.  
Il dato particolarmente interessante emerso dallo studio è che durante le interazioni il cervello dei bambini era sincronizzato con il cervello degli adulti  in diverse aree coinvolte nella comprensione ad alto livello del mondo. L'accoppiamento più forte si è verificato nella corteccia prefrontale, che è coinvolta nell'apprendimento, nella pianificazione e nel funzionamento esecutivo. Ciò dimostra che giocare coi bambini non è solo un piacevole passatempo ma è un'attività funzionale, anzi essenziale,  al loro sviluppo anche sul piano cognitivo, oltre che affettivo- relazionale. 
Ritornando alla ricerca, un ulteriore aspetto, ancora più sorprendente per gli stessi ricercatori, è stato osservare  che i due cervelli (del bambino e dell'adulto) non solo erano sincronizzati, ma si influenzavano a vicenda in modo dinamico: "Durante la comunicazione, l'adulto e il bambino sembrano formare un ciclo di feedback", hanno detto i ricercatori. E in questo processo il cervello del bambino non si limita a ricevere e reagire agli input dall'adulto, ma è anche in grado di guidare il cervello adulto influenzandone l'attività successiva. Una evidenza che supporta  quanto in precedenza osservato da altri studi sullo sviluppo infantile e sulle dinamiche interattive tra bambino e caregiver. Significativi ad  esempio gli studi dello psichiatra e psicanalista  Daniel Stern (Infant research) sul ritmo e la reciprocità simili ad una "danza" che caratterizzano le interazioni tra caregiver e bambino durante il gioco, e anche gli studi del dr Ed Tronick che hanno mostrato come i bambini svolgono un ruolo attivo nelle interazioni con gli adulti e nella creazione di significati condivisi. 
Nel complesso i dati ottenuti da questa ricerca rappresentano un'ulteriore conferma scientifica di due concetti fondamentali nella psicologia infantile:  
In particolare:
Il potere delle relazioni e delle connessioni umane come mezzo principale per promuovere lo sviluppo.
Il potere del gioco, il gioco interpersonale, come  strumento privilegiato che  gli adulti possono usare per essere in contatto con un bambino e "nutrire" la sua mente.

Dunque alla domanda, che molti genitori mi pongono, su come poter  stimolare lo svuluppo del loro bambino, la risposta è "giocate con loro"! Non servono giochi sofisticati, lo strumento ludico più importante, soprattutto per per bimbi piccoli, siete voi!

A conclusione dell'articolo i ricercatori si pongono una domanda: come possiamo ottimizzare questa connessione con bambini che hanno uno sviluppo atipico ( es. un disturbo dello spettro autistico) e quindi un diverso funzionamento del cervello? 
Il modello DIRFloortime offre una risposta a  questa domanda: adattando  le interazioni ludiche alle caratteristiche del cervello dei bambini. Ciò significa fornire esperienze ludiche adeguate al bambino, al suo livello di sviluppo, al funzionamento del suo sistema nervoso,  usare più o meno linguaggio, più gesti, aumentare o diminuire il tono della voce,ecc.  Fondamentale, inoltre,  aiutare i genitori a comprendere il profilo individuale unico del loro bambino (come il cervello del  bambino recepisce le informazione del mondo esterno, come le processa), per poter adattare le loro interazioni. 
Come scrivono Stanley Greenspan (autore del modello DIRFloortime) e Barry Brazelton nel loro libro "I bisogni irrinunciabili dei bambini", uno dei bisogni irriducibili dei bambini è quello di avere relazioni nutritive costanti basate su interazioni emotive e giocose, e un altro bisogno irriducibile è quello di avere esperienze modellate sulle differenze individuali.
E' nostro compito (di noi adulti, genitori e professionisti dell'infanzia), fare in modo che ciò accada. 
 
Leggi l'articolo originale:

https://www.princeton.edu/news/2020/01/09/baby-and-adult-brains-sync-during-play-finds-princeton-baby-lab?fbclid=IwAR0FCs6RJz448e9kykJASlktxdMUyZlnSW8_lmO_co5z7g8vDyiIzjlmS-Q